Trota spinning

canna spinning su foglie

La pesca a spinning è una tecnica praticata utilizzando esclusivamente esche artificiali. Prende il nome dal verbo inglese “to spin” ossia movimento rotatorio, girare. Viene suddivisa, più che altro “per fini didattici”, in varie branche: spinning ultraleggero, spinning leggero, spinning medio e spinning pesante cui si affiancano diverse sottocategorie. Tutte accomunate da alcune “caratteristiche base” che sono: lancio, recupero e il continuo spostamento del pescatore. Lo spinning è quindi un tipo di pesca che può essere definita “dinamica”. Gli attrezzi: canna, mulinello, artificiali, fili, ecc… sono da contestualizzare in base all’ambiente affrontato ed il tipo di preda insidiata. Le differenze di approccio tra la pesca al pesce siluro ed una trotella di riale sono, come è facile immaginare, notevoli. Il primo artificiale lo ebbi in mano con esattezza nell’aprile del 1995. Lo dico con certezza perché acquistai in tale data, per la prima volta, la rivista “Pescare”. Me lo feci comprare mentre ero in aeroporto a Roma, mi stavo, infatti, recando a trovare parenti nel nord Italia e vidi il mensile, insieme ad un quotidiano, sottobraccio ad un signore che stava parlando con il politico donna Rosy Bindi, riconosciuta da mia madre. In copertina riconobbi la testa di una trota fario e dopo un po’ di piagnisteo finalmente avevo tra le mani l’oggetto del desiderio. Arrivato in Trentino, dopo un paio di giorni, andammo a fare compere in un centro commerciale enorme, nel reparto pesca [jig grub e cucchiaino su muschio] carpì la mia attenzione un blister contenente cucchiaini rotanti Mepps, tutti diversi l’uno dall’altro, e due minnow Rapala, uno dal classico colore argento/nero e l’altro dalle tinte flou sgargianti. Alla mia richiesta di acquisto i miei genitori risposero con un secco NO, fortunatamente c’era con noi mia zia che me li regalò :-). Ritornato nella terra natia, acquistai la mia prima canna da spinning, che di adatto per tale tecnica aveva solo il manico in sughero e iniziai con la sperimentazione in torrente. Gli ambienti a mia disposizione per la pratica in acque interne sono rimasti immutati nel corso degli anni, se si escludono un paio di battute in bacini lacuali della mia regione, limitandosi a torrenti e riali. Per adesso mi soffermerò nella descrizione dello spinning in questi ambienti, pesca in cui posso affermare di avere un po’ di esperienza, dedicherò magari qualche articolo allo spinning medio e pesante tra qualche annetto... visto che sono intenzionato a trasferirmi in altri lidi per cercare lavoro. Dopo questa lunga introduzione, se non avete cambiato sito web maledicendomi :-) veniamo al nocciolo della questione. L’attrezzatura per la pesca in torrente è piuttosto semplice. Le canne variano a seconda degli ambienti frequentati, torrente infrascato o corso di fondovalle, partono da lunghezze di poco meno di un metro e mezzo ai 2.20mt. L’azione da scegliere deriva dalle preferenze personali, c’è chi ama pescare con “paletti” chi invece preferisce attrezzi più morbidi. Una canna rapida consente una ferrata più efficace, un controllo dell’esca migliore, maggiore precisione nel lancio. Uno strumento parabolico permette di godere di più con il pesce allamato e una migliore gestione degli artificiali ultraleggeri. Il range dell’attrezzo varia dal grammo ai 15gr. tenendo conto che quanto è stampato sul fusto, è solo un’indicazione di massima, che varia secondo lo “stile” delle varie case produttrici. L’optimum per il mulinello dedicato alla pesca in torrente è rappresentato dalla taglia 1000 o 2500 seconda la canna adottata e il bilanciamento complessivo che si deve ottenere, il rapporto di recupero segue i gusti personali e lo stile di pesca e tipo di artificiali che si intendono adottare. I diametri da caricare sulla bobina oscillano tra il 0.18 e 0.22mm. tenendo conto che è possibile scendere nello spessore ma è sconsigliato per via dei frequenti urti contro ostacoli o sassi che logorano parecchio la corteccia del nylon. Succedaneo al monofilo è il trecciato di ridotto libraggio, personalmente preferisco questa seconda soluzione (4lb.), essendo privo sia di memoria meccanica che di allungamento consente una pronta ferrata e una sensibilità maggiore sull’artificiale anche utilizzando canne nervose che permettono di divertirsi con il pesce in canna. Al multifibre collego un corto leader dello 0.24 e un leggero moschettone. Gli artificiali da usare (a breve articolo e approfondimenti dedicati) in torrente sono: rotanti, ondulanti, minnow e jig. I primi sono i classici “cucchiaini”: Mepps, Martin, Vibrax ecc… di ridotte dimensioni (dal n°0 al N°3 le misure più impiegate) fatti viaggiare nelle diverse corsie subacquee. Poi vengono i rotanti che a differenza dei primi non ruotano su un asse di acciaio ma, come suggerisce il nome, “ondeggiano” durante il recupero. Il minnow è il classico pesciolino in plastica o balsa dotato di una o più ancorette.

grub + meps

I modelli ideali per le trote raggiungono al massimo i 7cm. I jig vengono utilizzati, per la pesca in verticale tra la “ramaglia” impossibile con altre esche o per invogliare con i loro “movimento sul posto” il pesce apatico. La trota è un pesce estremamente pauroso, attenzione quindi con i movimenti rumorosi, la massima circospezione è obbligatoria. I lanci devono essere effettuati dove si suppone siano le tane dei salmonidi o, se si trovano allo scoperto, sulla la linea di possibile cacciata. In pratica dobbiamo far arrivare il nostro artificiale davanti al muso della trota, sfruttando anche la corrente, non lanciandoci direttamente ma ad una distanza tale da non impaurirlo ma incuriosirlo. Il bravo pescatore a spinning si riconosce soprattutto dalla precisione del lancio, frutto dell’allenamento continuo e di qualche ammennicolo lasciato ad abbellire i rami in passato. L’elemento fondamentale nella pesca in torrente è il "senso dell'acqua" , solo l’esperienza permette di affinarlo. Un ultimo consiglio, se siamo soliti pescare in un piccolo torrente o un riale, ambienti quindi con una popolazione ittica ridotta e con scarso ricambio generazionale, il consiglio che mi sento di dare è di effettuare un C&R integrale. Le foto è meglio farle direttamente in acqua, e naturalmente, durante la fase di slamatura, sono d’obbligo le mani bagnate per preservare la mucosa del pesce.

trota con cucchiaino ESCAPE='HTML'