Blues Code

vari modelli blues code yamashita

Molto spesso, si sa, le pubblicità sono ingannevoli, millantano caratteristiche straordinarie che al momento dell’utilizzo del prodotto da parte dell’acquirente sono, se non inesistenti, non proprio corrispondenti. La promozione dei prodotti di pesca non fa certo eccezione. Il Blues Code di Yamashita Maria invece, a contrario, acquistato qualche anno orsono, dopo un solo lancio e recupero mi ha entusiasmato così tanto che ho ritenuto troppo sobria la sua reclame. La casa madre descrive il tipo di recupero sul catalogo così: <<Vanno rigorosamente recuperati, appena sotto il pelo dell’acqua, pena l’immediato incaglio sul fondo, manovrando la canna con corti e rapidi colpi di polso[…]>> ma la gamma di “evoluzioni” che un braccio allenato riesce a fargli compiere sono in realtà molto più ampie. Le versioni sono diverse, sia per lunghezza che peso, personalmente ne possiedo tre differenti modelli: il tipo C-type da 115mm. del peso di 25gr., il V-type da 31gr. sempre 115mm. e la versione Slim C-type da 21gr. Montano tutti ancorette Owner #4. Li utilizzo in mare, principalmente alla ricerca di pesci serra. Le versioni C-type si caratterizzano per il fatto di avere il peso interno mobile, che consente loro di guadagnare qualche metro sul lancio. Nella gittata sono dei dardi, anche grazie all'assenza di paletta anteriore, primeggia il modello V che grazie al peso maggiore raggiunge qualche metro in più. Il tipo C è secondo me il più manovrabile e personalizzabile, il V lo consiglio per mare mosso o vento contrario, in acqua scoda leggermente meno, affonda prima e con meno rollio per via della disposizione del baricentro, anche se queste due ultime caratteristiche possono costituire dei vantaggi in alcune situazioni. La versione Slim, forse per via della lunghezza, è un po’ meno reattiva alle sollecitazioni impresse dal pescatore ma cattura comunque. Ho catturato con tutte e tre le versioni in colori differenti, sia naturali che flou. Gli stili di recupero che adotto per questo lipless sono diversi:

1) Stile "sardina impazzita". Canna alta, quasi a 90°, brevi e forti sollecitazioni di braccio, più che di polso, accompagnate da un recupero del mulinello veloce e privo di pause. L’effetto finale dovrebbe essere quello di un pesce impaurito che scappa dal predatore, se fatto bene l’artificiale dovrebbe scodare anche a velocità sostenuta.

2) Stile "catalogo Yamashita". Canna parallela al suolo, sollecitazioni di polso più o meno brusche e recupero medio con pause, in maniera tale da far viaggiare l’artificiale appena sotto la superficie con sbandate più o meno pronunciate.

3) Modalità "sonnolenza". Dopo aver fatto affondare l’artificiale fino a raggiungere il fondo (si suppone privo di ostacoli), si porta la canna parallela al suolo, il colpo di polso ed i giri di mulinello iniziano quando supponiamo che l’artificiale stia per entrare in contatto con il substrato, in sintesi colpetto + mulinello -> pausa -> colpetto + mulinello -> pausa… e così via. Spesso sono tracine rompiscatole, ma attenti alle sorprese.

I tre stili sono utilizzabili anche in contemporanea nel corso di un solo recupero e da intendersi come base, sono certamente passibili di modifiche e adattamenti secondo la nostra fantasia, intuito e necessità. Un artificiale che può quindi ritenersi destinato a pescatori "creativi", e che, soprattutto su pesce apatico e indolente, riesce spesso a risolvere la situazione e a fare la differenza.

P.S. Sia ben chiaro non ho alcun rapporto con yamashita, non ho mai ricevuto in regalo nessun artificiale. ;-)

blues code e pesce serra ESCAPE='HTML'