Patella

La patella appartiene ai gasteropodi, una classe di molluschi che ricomprende diversi organismi, sia marini che terrestri dotati di conchiglia protettiva. Si può dire, da profani, che la patella è la "cugina marina" della lumaca. La famiglia dei patellidae comprende diversi molluschi marini dalle sembianze molto simili. Vivono nella zona intertidale della costa (che rimane sommersa o meno in base alle maree) o nei primi centimetri di profondità, attaccate alle rocce sia naturali che artificiali.Il “guscio” che protegge l’animale è di forma conica, piuttosto depresso, dal profilo vagamente circolare con differenze minime tra le specie. Il mollusco è dotato di un piede che gli consente di rimanere ben saldo alle rocce.

La bocca è dotata di radula, organo che ha la funzione di "raschiare" le microalghe di cui si nutre. Le patelle compiono dei piccoli spostamenti lungo le rocce per “pascolare” per poi successivamente tornare nella "fossetta" da loro creata utilizzando particolari secrezioni. Nei periodi di bassa marea se rimane all’asciutto, è in grado di trattenere acqua nella conchiglia e non disidratarsi. Durante il periodo estivo le patelle, insieme ai ricci di mare vengono spesso sterminate per scopi alimentari. Purtroppo il limite massimo di prelievo dei molluschi è fissato dalla legge in 5 kg. Il che mi pare eccessivo. Personalmente non mangio patelle, e prelevo giusto il necessario per la pesca. La loro raccolta deve avvenire con un coltello sottile ma molto robusto, preferibilmente quando queste sono sommerse e quindi meno “incollate” alla roccia per via degli spostamenti. Bisogna inserire la lama, il più veloce possibile, facendo leva tra scoglio e valva. Mai sfiorare il mollusco prima della "cattura", si attaccherebbe al masso con una forza spaventosa, rendendone quasi impossibile il distacco.

La patella è un’esca ottima per i saraghi, naturalmente a mare mosso. Il mollusco, se correttamente innescato, regge bene il lancio, importante è far uscire l’amo dal piede dell’animale, la parte cioè più dura e callosa. Possono essere innescate in più esemplari ed eventualmente rassodate all’amo con pochissimo filo elastico. Può essere efficacemente usata anche negli inneschi misti, appuntata per ultima sull’amo, ad esempio: gambero “a salire” e patella finale. L’utilizzo ottimale prevede, come già sottolineato, che il mare sia mosso o almeno in scaduta, e bisogna preferire fondali con qualche chiazza di misto o totalmente rocciosi. In caso di calma piatta l’innesco perde la sua attrattiva ed efficacia, essendo aggredito e “sbocconcellato” solo dalla minutaglia.