Trota settembre

I corsi d’acqua che scorrono tra i pendii della montagna la cui Selva è stata tanto cara al poeta Virgilio, sono un mio abituale scenario di pesca. A settembre, con le prime piogge, i torrenti, che spesso nel periodo estivo sono ridotti a un rigagnolo, riacquistano linfa vitale. Le acque si gonfiano e tornano a livelli di ossigenazione ottimale, anche perché viene estirpata dalle piene la fioritura algale che prolifera durante la bella stagione. La trota, dal canto suo, passato il periodo di “magra”e conseguente apatia, torna attiva e aggressiva. L’orario in cui insidiarla passa dai canonici alba e tramonto, a tutta la giornata, privilegiando quelle con cielo plumbeo, si sa, la fario è moderatamente fotofoba. Con ogni probabilità, soprattutto dopo la pioggia, la troveremo sul filo di corrente intenta a predare tutto quanto è da questa veicolato. Personalmente affronto questi ambienti con una canna teleregolabile piuttosto corta, sui 5 metri poiché l'alveo dei torrenti che frequento è piuttosto ristretto e comunque indosso gli stivali, un piccolo mulinello misura 1000 e una coroncina di pallini o styl su un metro di 0.20 clear, oppure un bel pallettone, entrambe le montature oscillano tra i 2gr. a 8-10gr. in base alla corrente (si può anche salire di peso in torrenti particolamente impetuosi).

Il finale è sempre uno 0.18 dai 15cm. ai 40cm. mentre il filo in bobina uno 0.22 bianco e quindi visibile. L’amo è un n.2 con ardiglione schiacciato, che mi consente nella stragrande maggioranza dei casi, con una ferrata al primo assaggio, di allamare il pesce a fil di labbro. Le esche principali sono in primis i lombrichi di letame, che come dice il nome si trovano nei pressi delle concimaie, ma anche quelli di prato, che in questo periodo raggiungono dimensioni pitoniche e, se si desidera, anche le solite camole del miele. L’azione di pesca è piuttosto semplice, si può, sia, guidare la lenza in passata a favore di corrente con leggere trattenute che mettono in rotazione l’esca, sia, se siamo a pallettone, eseguendo corti lanci sottovetta e successivamente far compiere brevi saltelli al piombo da monte verso valle. Non vi preoccupate se non effettuerete una passata perfetta o un lancio preciso, la trota in questo periodo perdona errori tecnici, facendosi volentieri qualche metro in più per ghermire il boccone. La cosa fondamentale nella pesca in torrente è non farsi né scorgere né sentire dal pesce. Un ultimo consiglio, se siete alle prime armi o non conoscete bene i posti, a pesca è meglio

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