Spinning mare

La pesca a spinning in mare è una tecnica che ha acquistato dimensioni di massa in tempi relativamente recenti. Negli ultimi dieci anni si è diffusa a macchia d’olio contagiando migliaia di appassionati. Grazie al proliferare di siti, forum, e riviste dedicate, in molti si sono avvicinati a questa tecnica, ammaliati (me compreso) dalle catture importanti che prometteva e dall’attrezzatura base non molto strutturata (canna, mulinello e una manciata di artificiali). L’intento dei primi grandi divulgatori però, dal punto di vista etico e “filosofico” è solo parzialmente riuscito, d’altronde sono i rischi della “massificazione”. Personalmente mi sono avvicinato a questa stupenda disciplina circa un decennio addietro, spulciando qualcosa sia in rete che sulle riviste e, grazie al mio senso critico corroborato dall’esperienza in altre tecniche, discernere gli insegnamenti corretti da quelli degli “pseudo-guru-marchettari” nati come funghi dopo il boom dello spinning è stata cosa abbastanza immediata (niente in contrario contro la pubblicità, ma mal digerisco quella fatta in maniera subdola). Il motivo che mi ha spinto ad accostarmi a tale tecnica è stato il voler intraprendere una pesca dinamica, il desiderio di catturare un pesce serra, e ultimo, ma non per ultimo, il fattore “etico” del non voler innescare pesci vivi per la cattura dei predatori. Dopo un anno di cappotti e prede di piccole dimensioni, pescando e sperimentando esclusivamente in solitaria, finalmente riuscivo a prendere una di quelle maledette ombre verdastre che inseguivano i miei artificiali e veder così ripagati gli sforzi. Passando alla fase descrittiva utile, e mettendo da parte gli incipit alla Abraham Simpson :-) si può dire che gli spot dello spinning sono molteplici: porti, spiagge, scogliere, foci dei fiumi ovunque si creda possa essere presente pesce foraggio e quindi predatori al loro seguito. Come nelle acque interne lo spinning può essere, grossolanamente, suddiviso in base all’attrezzatura impiegata in tre classi:

1) Spinning leggero

2) Spinning medio

3) Spinning pesante

• Il primo è caratterizzato dall'utilizzo di canne dal range ridotto massimo 15gr., in sostanza ultralight e light, di lunghezza variabile tra 1.60 a 2mt., mulinelli di taglia medio-piccola, fili in bobina dal diametro contenuto, dallo 0.16 allo 0.22 o trecciati dal libbraggio ridotto. È rivolto alla cattura di piccoli pesci come sgombri, sugarelli, aguglie, occhiate, lecce stella cui si affiancano pesci poco più che avannotti di lecce amia, cernie e ricciole da rimettere immediatamente in acqua. Gli artificiali più utilizzati sono: minnow, ondulanti rotanti e gomma tutti naturalmente di dimensioni contenute.

• Lo spinning “medio”, certamente il più praticato, è rivolto a prede di media stazza come spigole, pesci serra, barracuda, lampughe, tunnidi e altre sorprese (come cernie o dentici). La canna, la cui lunghezza è compresa tra il 1.80mt. ai 3 metri è scelta in base allo spot, al pesce che si vuole insidiare e soprattutto alle preferenze personali. In linea di massima canne corte si adattano meglio alle spiagge mentre quelle lunghe alle scogliere, la rigidità del fusto è da scegliere in base agli artificiali utilizzati e alla preda target, ad esempio l’attrezzo destinato alla spigola è generalmente più morbido di quello destinato al pesce serra per via dei differenti apparati boccali e del tipo di esche utilizzate. Il mulinello riveste un ruolo cruciale, è sottoposto a un notevole stress per via dei lanci e recuperi continui, solitamente la scelta ricade su modelli di misura 4000 o 5000. Oggi, fortunatamente anche prodotti entry level riescono a svolgere il loro compito in maniera più che degna. La bobina del mulinello deve essere caricata con trecciato oscillante tra le 20 e le 30 libbre, che ha ormai, ha sostituito quasi completamente il nylon. Il multifibra si fa apprezzare per la mancanza di elasticità e per il carico di rottura molto maggiore rispetto a un monofilo di pari diametro. Il contro è una resistenza agli sfregamenti minore, si consiglia pertanto di interporre tra artificiale e trecciato un corto leader in semplice nylon, dello 0.40/0.50 essendo, quest’ultimo spezzone, la zona più soggetta a urti sul fondo, sfregamenti con il pesce durante la cattura o che tende a incastrarsi con l’ancoretta di pancia dell’artificiale se il lancio non è correttamente eseguito e quest’ultimo sfarfalla. Gli artificiali utilizzati nello spinning medio sono diversi e correlati agli spot e prede che si intendono insidiare. La scelta sul mercato è veramente ampia, tale da disorientare. Minnow, jerkbait, lipless, popper, wtd, skipping lures ecc… tutte esche che meritano (a breve) un articolo approfondito dedicato.

• Lo spinning pesante è rivolto a grossi predatori quali lecce, serra imponenti e tunnidi. Praticabile come le precedenti sia dalla riva che dalla barca si avvale di attrezzi dimensionati in base alle prede. Mulinelli a partire dalla classe 8000, canne in grado di scagliare anche 3 once, trecciati dal 50lbs a salire, artificiali con armatura passante o comunque solidi, da non sottovalutare poi la minuteria: split rig, ancorette e moschettoni preferibilmente surdimensionati. Il portafoglio deve essere bello pingue, l’attrezzatura di qualità ha i suoi prezzi, il big fish non perdona.